Quante volte nella nostra vita ci poniamo la domanda “cos’hai mangiato a pranzo?” e, per quanti sforzi facciamo, non riusciamo a ricordare nulla di ciò che solo qualche ora prima era sotto i nostri occhi?
Facciamo così perché l’esperienza classica del mangiare è povera di altre esperienze che vanno a sollecitare i nostri sensi. Eppure, i nostri sensi sono organi fondamentali, perché ci permettono di godere appieno delle caratteristiche del cibo. Se ci immergiamo nell’ambiente circostante attivando i nostri sensi riusciamo a imprimere nella memoria sensazioni piacevoli e intense, tali da suscitare emozioni positive e permetterci di ricordare facilmente l’esperienza che abbiamo vissuto.
Attraverso il coinvolgimento multisensoriale, nell’atto del mangiare, si attivano quindi tutti quei recettori che segnano la discriminante tra un’esperienza non memorabile e una memorabile.
Il cibo è sensazione
Quante volte, assaporando il profumo di un certo sugo, ci ricordiamo la ricetta segreta che la nonna elaborava per farcela gustare una volta a tavola? Questo avviene perché l’olfatto è un senso che arricchisce la percezione del gusto tramite una gamma di sfumature davvero vasta. Il naso è un organo molto sensibile per ragioni evolutive, ed è capace di cogliere e distinguere centinaia di sostanze diverse in maniera pressoché immediata, inviando impulsi a quella parte del cervello dove risiedono la memoria e il controllo delle emozioni.
Sul cibo, soprattutto, se non ci si ferma a pensare, l’esperienza diventa poco memorabile. Se invece ti impegni ad attivare i sensi, la memoria dell’evento sarà molto più precisa e duratura. Il segreto per fare in modo che l’esperienza diventi memorabile rientra nella capacità di chi gestisce il mondo food di saper elevare l’esperienza generale dei clienti.
Oltre all’olfatto, anche la vista ha un ruolo cruciale. Pensiamo soltanto all’impiattamento, cioè il modo in cui il cibo viene disposto su un piatto. Tale impiattamento può coinvolgere la memoria visiva in maniera molto efficace, attirando l’attenzione, incuriosendo e spingendo a vedere il piatto come una vera e propria opera d’arte.
In genere, l’esperienza viva in un contesto enogastronomico presenta due caratteristiche precise: affondo e proiezione.
Affondo
Quando ci regaliamo un’esperienza food la capacità dello chef di farci entrare nelle origini del piatto e degli ingredienti amplifica l’esperienza sensoriale. Il cliente sente i profumi, pregusta la bontà della pietanza, si fa rapire dal racconto. L’affondo è tutto questo: permette di entrare a fondo nel cuore dell’esperienza gastronomica in questione, che diventa memorabile solo se sarà multisensoriale. Per arrivare a questo traguardo, è necessario allenarsi attraverso adeguati percorsi di formazione.
Proiezione
Per proiezione mi riferisco alle emozioni che si possono innescare nel cliente attraverso la sollecitazione di tutta una serie di elementi sensoriali, tali da coinvolgerlo fino al punto da proiettare la sua esperienza su un livello superiore, così che possa essere davvero memorabile.
Il punto vendita come modello per un’esperienza sensoriale memorabile
Far vivere l’esperienza sensoriale nel mondo food necessita di competenze e abilità che vanno squisitamente allenate per essere pronte da servire al cliente; perché è sempre l’elemento multisensoriale che garantisce un’esperienza impareggiabile.Pensiamo allo storytelling dello chef che coinvolge l’udito, abilità questa che si basa sull’utilizzo studiato di parole a forte connotazione evocativa. Oppure pensiamo agli odori e ai profumi che sollecitano l’olfatto, canale di accesso ai ricordi delle pietanze gustose. Pensiamo all’impiattamento, di cui ho accennato poco sopra, che diventa a volte una vera e propria opera d’arte volta a sedurre il palato grazie alla vista; pensiamo a quando finalmente l’esplosione di sapori trova la via del gusto, che è la summa di tutte le sollecitazioni sensoriali descritte.
Ecco, comprare nel punto vendita rende il cibo più buono a condizione che chi lo gestisce sia sintonizzato non sul mero trasferimento di cibo da un venditore a un compratore, ma sull’intero universo sensoriale che si riesce a far pregustare e a rendere memorabile alle papille del cliente.
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