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A Natale…un Personal Shopper speciale

Dicembre: contributi da versare, ultime imposte da pagare, una lieve coltre bianca si posa sui germogli dei nuovi propositi. Su tutto, incombe Natale. Con il suo slancio consumistico, ma anche con l’invito a dedicarsi a quella meravigliosa e potenzialmente faticosa attività che è il dono.

A questo proposito, non sfugga la radice etimologica di DONO, dàtus, è la stessa di DATORE, dà-tor. Se siete imprenditori, datori di lavoro, sappiate che il dono è in voi, si tratta di farlo uscire in modo originale per festeggiare la più sentita delle festività in calendario. Ecco, il punto è questo: come destreggiarsi tra tempi stretti, fantasia agli sgoccioli e desiderio di lasciare il segno con un regalo?

Nascita di una professione

Per dare risposta a una domanda figlia di un tempo che non ha mai tempo, alla fine degli anni ‘80 in Nord America è nata la figura del Personal Shopper. Inizialmente percepito come consigliere per clienti facoltosi, si è evoluto e diffuso diventando un professionista che utilizza strumenti innovativi, conosce le tendenza della moda e del mercato e non di rado fornisce le sue consulenze online, permettendo ulteriore risparmio di tempo e denaro. Oggi il Personal Shopper può lavorare direttamente all’interno dei grandi magazzini, in altri casi può fornire consigli e consulenze in tema di cibo, arredamento e design, oltre a essere in possesso di competenze che all’occorrenza lo trasformano in tourist assistant.

Evoluzione di un fenomeno

Di fronte alla crescita di un mondo digitale sempre più esteso e sovrapposto a quello materiale, nei consumatori è nata una nuova domanda: servono ponti per muoversi tra le due dimensioni in modo sicuro, agevole, efficace. Ed ecco che l’oggetto-ponte prende forma nelle nostre mani: il nuovo personal shopper è lo smartphone. Le ricerche condotte da Google ci dicono che il 78% dei consumatori che fa acquisti in negozio durante il periodo delle festività, ha effettuato in precedenza ricerche online. Cosa chiediamo al nostro personal shopper digitale? Sempre secondo la ricerca Google, cerchiamo ispirazione per l’acquisto, indicazioni per pianificare la visita in negozio e comparazioni tra prodotti per restringere il campo tra le opzioni di scelta.

Il ritorno delle emozioni

Si direbbe che ancora una volta la presenza umana sia destinata a essere sostituita da un dispositivo elettronico, ma non dimentichiamoci di un fattore che, sfuggendo a ogni tecnologia, continua a condizionare comportamenti di acquisto, mode e tendenze: le nostre emozioni. Compiuti i nostri acquisti online, o verificata la presenza dell’oggetto desiderato nello store fisico più vicino, resta ancora un bisogno da soddisfare: quello dell’esperienza, della ricerca e infine della scoperta. Per vivere questo tipo di emozioni, non resta che tornare a lui: il nostro Personal Shopper in carne e ossa. Il contatto umano torna a essere fondamentale per segmenti di nicchia sempre più significativi, ed ecco che a Parigi troviamo un servizio multilingue che, specializzato nell’acquisto di oggetti d’arte e di antichità, accompagna il visitatore che lo desidera in un itinerario all’interno del Mercato delle Pulci, alla ricerca del pezzo raro.

Una questione complessa

Dunque, il Personal Shopper è più vivo che mai, il problema semmai è riuscire a incarnarne le caratteristiche sempre più articolate e complesse: è fisico ma anche virtuale, conosce il nostro posizionamento e le persone che ci circondano, gli sono noti i fatti del mondo, del mercato e della moda, è rapido, divertente, ma anche risolutivo ed efficace. Cura la propria immagine come la propria identità online. Soprattutto, sa emozionare.

Una risposta senza tempo

Pare che esista un solo modello universale cui tutti i Personal Shopper si ispirano, un tale che vanta l’eccezionale primato di riuscire a consegnare regali in tutto il mondo in una sola notte. Utilizza strumenti evoluti che gli permettono di essere sempre connesso in ogni luogo del pianeta. Fa affidamento su un’equipe di collaboratori fortemente motivata che opera a flusso continuo in un ambiente favorevole e disteso. Ha creato uno stile intramontabile e distintivo, abbinando il rosso pieno al bianco puro e una folta barba da hipster alla risata-tormentone che completa la definizione del personaggio e lo rende unico. Sì, è proprio lui, Babbo Natale.

Il segreto

Il segreto di Babbo Natale? Possiede le informazioni giuste. Compila una lista ragionata delle persone che gli stanno a cuore, e sa come emozionare ciascuna di loro con un dono. Ognuno di noi ci può provare: a Natale, compiliamo una lista a partire dalle emozioni che vogliamo ottenere, invece che dal prodotto che intendiamo acquistare.Poi, chi lo desidera potrà indossare per una volta i panni del più celebre Personal Shopper del mondo. Tutti gli altri si rivolgeranno a un bravo professionista, reale o digitale che sia. L’importante, almeno a Natale, è non perdere l’opportunità di riflettere sul legame profondo che unisce le emozioni agli oggetti e di conseguenza ai comportamenti di acquisto.

Questo è un dono da serbare tutto l’anno.

 

Foto di Ylanite Koppens da Pexels

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I linguaggi sono il suo campo di specializzazione. All'attività di autrice, sceneggiatrice, headwriter per Rai, affianca attività di consulenza e formazione per le imprese, con particolari applicazioni nel campo del retail. Un’intensità attività autorale e di scrittura l’ha vista autrice e regista di numerosi spettacoli teatrali e musical. Ha pubblicato il romanzo Mariposa per Divergenze editore, oltre ad alcuni saggi e libri per bambini e famiglie.

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