Nell’ultimo ventennio siamo stati testimoni di un graduale fenomeno di accelerazione dei cambiamenti: dalle innovazioni alle scoperte scientifiche, si sono susseguite grandi e piccole trasformazioni che hanno modificato la nostra percezione della realtà.
Se per un Baby Boomer o un Millennial l’adattamento a questi cambiamenti ha creato disagi e perdita dei punti di riferimento, la Generazione Z non ha risentito affatto di questi “effetti collaterali”, anzi…
Nati nella seconda metà degli anni ’90, sono cresciuti nel pieno sviluppo digitale e
dei social network. Sono costantemente interconnessi e questo gli garantisce un pieno accesso alle informazioni, rendendoli così dei consumatori esigenti.
Dunque, quali sono i lori bisogni? E cosa ricercano nei brand?
Nel così detto darwinismo digitale, quando il comportamento del consumatore evolve, i brand devono attrezzarsi e farsi trovare preparati alle esigenze di una nuova generazione che in questo caso solo negli Stati Uniti vale 44 miliardi di dollari.
Quindi, così come il sottomarino esplora le profondità dei mari, le aziende, per non “affogare” nel processo evolutivo, devono percorrere gli oceani della mente umana e portare a galla valori, credenze e desideri delle nuove generazioni.
Per non commettere errori occorre avere ben in mente il contesto storico in cui i nativi digitali sono cresciuti: le torri gemelle, la crisi economica e il terrorismo hanno contribuito a far crescere un forte senso di instabilità e insicurezza nei giovanissimi, accompagnati, tuttavia, anche dal desiderio di autorealizzazione e imprenditorialità.
Cresciuti nel pieno boom di internet, vantano una navigazione eccezionale della rete, ricercando messaggi su misura e contenuti personalizzati e, anche se la loro soglia di attenzione non supera gli 8 secondi, sono abilissimi a valutare preventivamente utilità e qualità delle informazioni.
Una ricerca condotta da Ibm su un campione di 15 000 ragazzi e ragazze in 16 Paesi differenti ha messo in evidenza il rapporto particolare che i giovani hanno con i brand: desiderano interazioni su misura, danno più valore alla qualità rispetto al prezzo e dalle marche vogliono essere coinvolti di più e su tutti i canali. Tuttavia, anche se passano più di 5 ore al giorno su internet, principalmente per chattare con gli amici, prediligono lo shopping nei negozi fisici (lo dichiara il 98% degli intervistati).
Soffermandosi a fondo sui loro comportamenti si comprende come i ragazzi Z non sono solo i “padroni” della rete ma anche i portavoce di uno stile di vita differente che guarda al futuro con occhio critico ma fiducioso.
Coltivano il desiderio di un mondo migliore con pari opportunità, sono attentissimi alle tematiche sociali come l’ambiente, la privacy e il cyberbullismo e apprezzano i brand che prendono posizioni e avviano campagne di sensibilizzazione.
Le caratteristiche descritte ci aiutano a considerare la Generazione Z come il gruppo di consumatori più sofisticato nella storia ma anche il più consapevole circa le sfide del futuro.
Osservando le loro scelte e gli stili di vita, i retailer hanno a disposizioni abbastanza dati da poter trasformare i Nativi Digitali da incognita a persona e portare a galla desideri e speranze nascoste. Diventando in questo modo un porto sicuro per i loro acquisti.
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