a cura di redazione
Come Presidente Sezione Consulenza e #Formazione Unindustria godi di una prospettiva privilegiata per quel che riguarda il panorama della formazione manageriale. Come sta cambiando l’esigenza di formazione?
Formare vuol dire innanzitutto dare la “forma” più efficiente a #competenze manageriali strategiche per raggiungere obiettivi aziendali sempre più complessi e integrati.
Sei Vicepresidente Servizi Innovativi e Tecnologici di Confindustria. La domanda nasce spontanea. Che significa oggi fare innovazione in azienda?
Per far crescere la propria impresa e renderla competitiva bisogna definirne obiettivi e valori. Investire in innovazione 4.0 non basta. Al Forum economico mondiale di Davos di gennaio 2019 Klaus Schwab, fondatore del Forum, ha detto che occorre “definire un nuovo approccio alla globalizzazione, perché sia più inclusiva, sostenibile e basata su principi morali”. Credo che un’azienda sia davvero competitiva quando diventa un punto di riferimento anche per chi è rimasto indietro.
Si parla sempre più spesso di soft skill, ovvero la crescita di aspetti legati alla persona non necessariamente in riferimento alle competenze professionali.
Le aziende sono fatte di persone. Nel formare il team è strategico privilegiare gli aspetti comportamentali e le qualità innate: lealtà, positività, ottimismo, capacità di lavorare e di problem-solving. Le competenze professionali possono essere acquisite.
Il lavoro sui format è piuttosto lungo e complesso. Non solo vuol dire aggiornarsi rispetto ai trend del mondo organizzativo e produttivo, ma anche intercettare un bisogno concreto delle aziende.
Un bravo formatore ha il compito di intercettare il cambiamento. Come imprenditore e dg di Challenge Network, avverto in prima persona le esigenze e i bisogni concreti delle aziende. Per usare la metafora sartoriale, nel disegnare e realizzare i nostri progetti formativi scegliamo, in accordo con i nostri clienti, gli strumenti più performanti che “tagliamo su misura”. Realizziamo modelli, unici, taylor-made per rispondere ad ogni specifica esigenza formativa.
Una domanda più tecnica. Ancora oggi la formazione finanziata viene sfruttata molto poco dalle aziende. Eppure i fondi paritetici rappresentano una grande opportunità. Perché c’è così poca richiesta e che tipo di policy seguono le associazioni di categoria per stimolarne l’uso?
Le risorse economiche non mancano. I Fondi sono uno strumento fondamentale per la formazione professionale. Lo scorso dicembre, intervistato da il Sole24ore, su questo tema, ho spiegato che molte PMI trovano difficoltà, anche in termini di tempi, ad accedere ai fondi a causa di tecnicismi e procedure. Bisognerebbe rendere più accessibile il sistema a partire dagli “avvisi”.
Roberto Santori è Presidente Sezione Consulenza e Formazione Unindustria, Vicepresidente Servizi Innovativi e Tecnologici nei Confindustria, DG di Challenge Network, agenzia di formazione manageriale.