Il mondo dello sport e il mondo del business hanno da sempre tratti e caratteristiche comuni. Li si potrebbe definire quasi congeneri, affini d’elezione per come sono capaci di parlare la stessa lingua. Del resto, concetti come quelli di “performance”, “gruppo” e “ruolo” creano analogie che saltano subito all’occhio.
In un’azienda, così come nello sport, allenare il mindset in un certo modo aiuta ad affrontare ogni genere di ostacolo o avversità, perché allena l’individuo a sviluppare tutta una serie di soft skills particolari: orientamento all’obiettivo, abilità nel gestire una cooperazione proficua e duratura con persone diverse, focalizzazione, capacità di accettare in egual misura vittorie e sconfitte, e un fortissimo senso di determinazione.
Ragionando a lungo sul connubio tra sport e impresa, ho voluto elencare qui di seguito alcuni dei tratti principali che accomunano tra loro questi due mondi.
Essere parte di una squadra
“Nessun uomo è un’isola” recita un verso famoso di John Donne. Ed è così, specialmente nello sport o in un’azienda. Che lo pensiamo o no, siamo parte di un gruppo di persone legate da visioni, valori e interessi comuni. Ecco perché il concetto di squadra è di enorme importanza, sia essa un team di atleti o di imprenditori. Basti pensare alle cordate di alpinisti, legati letteralmente da imbragature ma anche dal medesimo mindset, dalla determinazione ad avanzare uniti e coesi fino al raggiungimento della cima. In un’azienda parole come coinvolgimento, impegno e motivazione fanno la differenza sulle performance del team.
Il concetto di ruolo
Tanto in un’azienda quanto in una squadra, il mondo in cui le persone si trovano a collaborare tra di loro presenta una struttura definita, un vero e proprio mondo fatto di processi, tecnologie e relazioni tra individui che influenzano altamente l’ambiente di cui fanno parte. Ecco perché il concetto di “ruolo” assume un’importanza strategica per raggiungere i risultati che vogliamo prefiggerci. Marcare e definire i #ruoli di ciascuna persona all’interno della squadra aiuta a creare un approccio fondato sulla condivisione di valori, obiettivi, oneri e responsabilità. L’esempio che mi viene spesso in mente è legato ai meccanici della Formula 1 durante i Pit stop. La coordinazione cui sono chiamati in quei contesti è talmente esatta che solo un team coeso e composto da individui consapevoli perfettamente del proprio ruolo, può permettersi di compierla con una precisione quasi scientifica. D’altronde la gara si decide nel giro di millesimi di secondo, un tempo che non concede, né perdona inaccuratezze.
L’importanza di avere un leader
Ogni membro di una squadra ha un ruolo ben preciso cui adeguarsi, ai fini di creare una realtà che sia capace di muoversi da sé, mediata dal virtuosismo decisionale di un leader illuminato. Nel gioco del calcio il leader è il capitano della squadra, figura che guida e ispira i suoi compagni dall’interno, dando l’esempio sul campo e contribuendo proattivamente alla vittoria, spronando e motivando la squadra a dare il meglio senza abbattersi. In azienda assistiamo alla medesima dinamica: il vero leader è sempre colui che sa come guidare il proprio team, traghettandolo verso una meta condivisa.
Intelligenza emotiva
Che tu sia parte di una squadra o di un team di lavoro, l’intelligenza emotiva è una delle soft skill più importanti su cui fare affidamento. Avere intelligenza emotiva ti aiuta ad affrontare contesti e situazioni anche dure con la giusta temperanza e consente di avere più controllo sulle tue emozioni, permettendoti di lavorare meglio e di prendere decisioni ponderate.
Ferdinando de Giorgi: una vita al servizio dell’eccellenza
Parlando di #leadership, una delle figure iconiche e rappresentative nel panorama sportivo è sicuramente Ferdinando De Giorgi. Anche noto come Fefè, De Giorgi ha segnato la storia del volley italiano, tanto come giocatore quanto come allenatore. Con la maglia azzurra vanta un totale di 330 presenze ed è stato per tre volte di fila campione del mondo. Ha vinto uno scudetto con Modena e due coppe Italia, una Supercoppa, due Coppe Cev, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea a Cuneo. In qualità di allenatore i trionfi sono stati egualmente numerosi: cinque Coppe d’Italia, due CEV, tre Supercoppe Italia, due Scudetti, una Champions League e il Mondiale per Club con la Lube e uno scudetto in Polonia con lo Zaksa. Avendo ben chiaro il legame profondo tra sport e impresa, De Giorgi ha sempre trasferito il suo know-how dal campo alle meeting room, dai giocatori ai dirigenti, con un’abilità innata nel riconoscere i punti di forza di ciascun professionista e lavorare per valorizzare ogni risorsa. Un esempio virtuoso, il suo, di come l’energia dello sport, una volta messa a servizio dell’impresa, possa portare a risultati impensabili e straordinari.
Nella foto Ferdinando De Giorgi e Davide Cavalieri
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