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Strumenti per gestire il cambiamento

È opinione concorde di tutti i maggiori esperti di psicologia, sociologia e gestione Risorse Umane che la competenza del 2020…sia l’Intelligenza Emotiva! Nei curriculum vitae dei candidati, non si valuta più solo il percorso di studi o la formazione post lauream, acquisita nei master o maturata sul campo, bensì è indispensabile emergano quelle a livello emotivo che possono fare la differenza nella capacità di realizzare gli obiettivi, sia personali che aziendali. Prendiamo ad esempio la capacità di affrontare e gestire un cambiamento in ambito lavorativo. Le aziende sono chiamate naturalmente alla modifica di strategie per crescere e adeguarsi al mercato di riferimento, rimanendo competitive e azionando il motore innovativo del commercio, ma chi deve mettere in atto l’innovazione sono le singole figure, ovvero le Persone da cui l’azienda è composta. Fondamentale quindi che chi deve prendere le decisioni riguardanti l’innovazione non solo sia un visionario, ma abbia la capacità di trasformare un’idea in un progetto strutturato e realizzabile.

Perché l’Intelligenza Emotiva aiuta il cambiamento?

Qui entra in gioco la differenza tra chi possiede lo strumento di una adeguata Intelligenza Emotiva e chi, al contrario, ne è privo: a parità di preparazione e formazione tecnica, nel primo caso troveremo tutte le risorse emotive necessarie a intraprendere e sostenere i processi cognitivi di problem solving e decision making che un cambiamento ineluttabilmente richiede di affrontare. Nel secondo, invece, sarà alto il rischio che non si riescano a superare tutte quelle strategie di resistenza al cambiamento che spesso intervengono a bloccare la nostra volontà di innovazione (freezing). La giusta motivazione, la padronanza emotiva, la consapevolezza delle proprie risorse e dei propri limiti, ovvero un’autostima centrata – tutte competenze che derivano da un’adeguata Intelligenza Emotiva- permettono dunque di vincere quelle che definiamo pericolose resistenze al cambiamento.

Quali sono gli ostacoli al cambiamento?

Le resistenze principali che possiamo incontrare, le troviamo rappresentate in questi comportamenti: ristrettezza della scelta (= alternativa di scelta del tipo aut-aut, senza allargamento di prospettive); semplificazione al negativo (= visione di un evento collocata dentro i propri schemi mentali, senza bisogno di confermare le proprie teorie con contributi esterni che, anzi, vengono arbitrariamente screditati);  rassegnazione (= sfiducia nel cambiamento); predizione catastrofica (è collegata alla precedente, prevede un rapido ritorno alla condizione antecedente al cambiamento); riduzione della positività (ovvero, quando la paura del cambiamento, che prevede un rimettersi in gioco, terrorizza a tal punto da portare a negare i benefici che verrebbero acquisiti). E inoltre: inamovibilità su convinzioni errate; fiducia sul proprio intuito negativo;  rimpianto.

Strumenti per vincere la resistenza al cambiamento

Chiediamoci allora quale deve essere il percorso corretto per affrontare l’evoluzione personale e, di riflesso, quale lo strumento per consentire un miglioramento innovativo anche all’azienda. Il profilo della risorsa idonea a realizzare un cambiamento in linea con la mission aziendale, prevede la capacità di mettere in pratica questi 4 passaggi, relativamente a se stessa e alle risorse che deve gestire:

1) CONSAPEVOLEZZA: scoprire il motivo per cui si attiva la resistenza al cambiamento e trovare la modalità di superamento (es. se il motivo è la paura di non essere all’altezza, lo strumento sarà il potenziamento delle abilità e la riduzione dell’ansia da prestazione. La strategia: creare un piano pratico per raggiungere concretamente il nuovo status);

2) AUTOANALISI: interrogarsi sulle proprie certezze e metterle in discussione (ovvero, capire quale emozione determina il nostro atteggiamento nei confronti del cambiamento e da dove nasce. In base alla risposta trovata, si modella il comportamento);

3) ASSUNZIONE DI RESPONSABILITA’: comprendere qual è il proprio ruolo nel determinare il cambiamento (cercare di riflettere sul proprio comportamento, aiuta a determinarne limiti e confini. Capire le proprie potenzialità, accettare i propri limiti, determina la giusta motivazione per superare la paura del cambiamento, aprendo a nuove prospettive per raggiungere l’obiettivo);

4) TROVARE IL LATO POSITIVO DEL CAMBIAMENTO (una volta “accettata” la propria resistenza al cambiamento– per paura, ostilità, ecc.- vengono poste due domande: 1. quali opportunità offre questo cambiamento?  In quale modo queste opportunità potranno aiutare me, i colleghi, l’azienda?

Ogni crescita è indissolubilmente legata alla necessità di cambiare e il cambiamento in sé, corrisponde a una magnifica opportunità di crescita. Il segreto, quindi, per crescere e cambiare non è ricercare le risorse fuori di noi, ma usare gli strumenti già in nostro possesso.

Foto di Alexas Fotos da Pexels

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Da più di vent’anni libero professionista e consulente aziendale, ha messo a punto il metodo della Formazione Emotivo-Relazionale, volta allo sviluppo dell’Intelligenza Emotiva. Ha pubblicato: “Il cannibalismo dei ruoli. Riflessioni di un Formatore Emotivo-Relazionale” (2016) “La strategia dell’extraterrestre. Capire se stessi e i propri problemi con la formazione 
emotivo-relazionale” (2017); Come coautrice: “L’Italia dei piccoli borghi. Strategie di promozione e comunicazione” (2017) ; “Un’emozione per tutti” Guida Turistica Emozionale redatta dai ragazzi di Premilcuore 
(2016) ; “Emozioni e cultura”, in :Marketing emozionale”, F. Gallucci (2011).

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