La Grande Distribuzione Organizzata in Italia sta vivendo una fase di trasformazione profonda. Non è più sufficiente gestire assortimenti e prezzi competitivi; oggi, il futuro del settore si costruisce sulla capacità di innovare, personalizzare l’esperienza cliente e valorizzare il capitale umano. In questo contesto, l’esperienza dei Supermercati Piccolo, guidati da Michele, Giusi e Raffaele Piccolo, offre un esempio concreto di evoluzione del retail.
Davide Cavalieri ha avuto l’opportunità di intervistarli per approfondire la loro visione e il loro approccio vincente.
Michele, la vostra azienda nasce a metà del ‘900 grazie ai suoi genitori Raffaele e Giuseppina, inizialmente come una bottega di generi alimentari. A partire dal 1988, lei ha trasformato l’attività in quella che è oggi, grazie al supporto dei suoi figli una catena di oltre 20 punti di vendita e con un team di 1500 persone. In che modo i valori della vostra famiglia si riflettono nella gestione del personale e nell’approccio alla leadership?
Se dovessi raccontare lo stile con cui, sin dagli inizi, ho voluto “mettere mano” alla costruzione dell’azienda così come è nata il 29 settembre del 1988 dovrei dire che dentro c’è tutto il modo di fare dei miei genitori che insegnarono a me, ai miei fratelli, alle mie sorelle, il valore di essere e di sentirsi famiglia come lo erano tutte le “botteghe” alimentari del sud negli stessi anni in cui lo siamo stati anche noi. Il cliente va rispettato sempre come fosse uno di famiglia. Mio padre orientava tutte le iniziative commerciali delle ricorrenze, per esempio, a favore del cliente. Ricordo un particolare: quello del famoso, da noi detto, “canisto” di Natale. Era una sorta di salvadanaio che il cliente liberamente decideva di avere e di mettere nelle nostre mani. Una piccola somma settimanale da versare tutto l’anno che poi faceva cumulo poco prima delle feste natalizie. Ebbene, mio padre dava la massima libertà, diversamente da altre “botteghe” alimentari di far scegliere al cliente come, poi, nel periodo di Natale poteva riavere indietro quella “somma” accumulata nelle nostre mani. Se con prodotti natalizi di primissima qualità, con altre referenze non necessariamente natalizie. Oppure direttamente in soldi che avrebbe poi potuto utilizzare come desiderava. Per lui era il cliente il centro di ogni attività. Io ho messo in pratica quel rispetto che osservavo in lui sia verso i clienti che verso i suoi collaboratori che, a quell’epoca, erano pochissimi oltre noi figli. Famiglia per noi ha significato la certezza di poter contare sull’aiuto reciproco. Vita lavorativa e vita privata hanno avuto sempre mille buone connessioni. Oggi la gran parte dei nostri collaboratori, cioè oltre 1500 persone hanno il mio numero di cellulare e possono chiamarmi senza alcun problema. Pari dignità tra azienda e lavoratori poiché, è quello che ricordo sempre, i lavoratori hanno bisogno dell’azienda tanto quanto l’azienda ha bisogni dei lavoratori.
Raffaele, qual è la visione di Supermercati Piccolo per il futuro del settore della grande distribuzione, e come intendete differenziarvi in un mercato così competitivo?
Per costruire una strategia di fidelizzazione efficace, è fondamentale adottare un approccio multicanale e multigenerazionale. Oltre all’evoluzione tecnologica, non bisogna trascurare le emozioni, i valori e le abitudini di acquisto. La chiave del successo è la personalizzazione dell’esperienza per offrire consigli su misura, particolarmente apprezzati dai più giovani. Altri fattori importanti da considerare sono l’importanza di un messaggio chiaro e autentico, e l’impegno verso la sostenibilità e l’inclusione sociale. Questi valori, ormai imprescindibili per tutte le generazioni, trovano un riscontro particolarmente forte tra i membri della Gen Z, che premiano i brand impegnati concretamente su questi fronti.
L’evento Becos con tutti gli stimoli e ispirazioni che ha suscitato, è la dimostrazione di un brand che ha saputo evolversi costantemente, adattandosi alle dinamiche di un mercato e alle esigenze in continua evoluzione dei suoi clienti.
Un’offerta diversificata che punta su due format principali. Il primo è rappresentato dai punti vendita di circa 1.200 metri quadri, arricchiti da una produzione interna di panetteria, cucina e pescheria fresca. Il secondo format è quello dei superstore, con spazi di 2.500 metri quadri che includono ristorazione, bar e laboratori di produzione a vista di pane, dolci, gastronomia e pasta fresca.” Il nostro obiettivo,” spiega Raffaele, “è creare un’esperienza d’acquisto che richiami il calore e l’autenticità dei mercati rionali e delle botteghe di quartiere, ma senza rinunciare alla varietà e all’efficienza tipiche delle grandi superfici.” Questo mix di tradizione e innovazione si è dimostrato un fattore di successo, come testimoniano i due prestigiosi riconoscimenti CX Store ottenuti consecutivamente per l’eccellenza nei reparti panetteria e pasticceria. Con questa visione, Supermercati Piccolo non solo si distingue nel panorama della GDO, ma punta a trasformare il concetto stesso di supermercato, integrando qualità, esperienza e valore per i clienti.
Giusi, come gestite il bilanciamento tra l’attenzione alla performance e la cura del benessere personale del team, soprattutto in un settore così dinamico come la Grande Distribuzione?
L’azienda sta lavorando per bilanciare performance e valorizzazione del personale. “La nostra forza risiede nell’ascolto e nella trasparenza,” spiega. La comunicazione degli obiettivi aziendali è diretta e coinvolgente, permettendo al team di affrontare i cambiamenti senza stress eccessivi. Il coinvolgimento emotivo e il senso di appartenenza sono al centro della strategia aziendale. Giusi racconta come il riconoscimento, anche per i contributi più piccoli, sia fondamentale per mantenere la motivazione alta. “Celebrare ogni traguardo, piccolo o grande che sia, è ciò che rende i dipendenti parte di un progetto più grande.”
Michele, Supermercati Piccolo è noto per il suo impegno verso la qualità di prodotti, di servizi e la convenienza. Quali iniziative concrete adottate per garantire che questi valori rimangano centrali nella vostra offerta?
Da diverso tempo abbiamo coniato un piccolo slogan per tutti i prodotti che produciamo direttamente noi. Parlo di pane, dolci, gastronomia. È ciò che è “fatto da noi”, ecco lo slogan esattamente come fosse fatto nelle cucine private di ciascuno dei nostri clienti. Usando i migliori ingredienti con la stessa logica che usa l’alta enogastronomia e la pasticceria gourmet. Basterebbe un esempio: usiamo il burro Brazzale per i nostri dolci, i panettoni della ricorrenza e tanto altro. Si tratta dello stesso burro che usa l’alta pasticceria. Potrei continuare con mille altri esempi. Dal pane a lievito madre ai primi piatti della tradizione. I due premi nazionali per la pasticceria e la panetteria che sono arrivati per il secondo anno consecutivo da “CX Store” dicono esattamente questo: che i clienti ci riconoscono il miglior rapporto sul piano nazionale tra qualità e convenienza. Il nostro cliente deve sapere che noi abbiamo a cuore la sua salute e il fatto che il cibo è il primo fattore d’incidenza per tutelare la buona salute di tutti.
Raffaele, quali sono le principali strategie adottate per affrontare le sfide attuali, come migliorare l’esperienza di acquisto, all’interno della vostra rete di supermercati?
Supermercati Piccolo stanno investendo nella formazione del personale per garantire un’esperienza cliente eccellente. Questo include formazione specifica per i reparti e l’adozione di nuove tecnologie per ottimizzare assortimenti e pricing. “Non possiamo chiedere al cliente di pagare il 50% in più per un prodotto, né possiamo affidare tutto alle promozioni. La nostra missione è costruire un rapporto di fiducia, offrendo qualità e serenità,” afferma. L’azienda sta anche espandendo la propria linea di prodotti a marchio privato, garantendo standard qualitativi elevati.
Giusi, quali sfide trova più stimolanti nel mantenere alta la motivazione all’interno di un’azienda in crescita come la vostra, e come cercate di affrontarle per consolidare l’impegno e la passione del team?
La nostra azienda è cresciuta partendo dalla bottega dei nostri nonni, passando per la seconda generazione, con mio padre che ha iniziato a costruire un team di 30 persone. Credo che la strategia debba rimanere quella: ogni membro di staff dovrebbe gestire un team di dimensioni simili, per mantenere un rapporto diretto e personalizzato con i collaboratori. Un aspetto cruciale è la trasmissione dei valori aziendali. Finora lo abbiamo fatto principalmente in modo orale, ma con una realtà che oggi conta 1.500 dipendenti, diventa indispensabile formalizzare la nostra visione e i nostri valori. Questo ci aiuterà a rafforzare il senso di appartenenza, elemento fondamentale per il successo a lungo termine. “Abbiamo avuto modo di constatare, anche grazie ai recenti quattro giorni di formazione con il vostro supporto, quanto l’adrenalina e l’entusiasmo possano contagiare il team. Tuttavia, sappiamo che questo effetto è temporaneo: senza un impegno continuo nella formazione e nel coinvolgimento, quell’energia rischia di trasformarsi in un vuoto. È quindi essenziale garantire una formazione costante, che diventi un pilastro della nostra cultura aziendale.” Un altro obiettivo chiave è favorire l’interazione tra i dipendenti. Abbiamo visto quanto sia stato utile mettere in contatto persone di diversi punti vendita, che hanno avuto l’opportunità di condividere problemi e trovare soluzioni insieme. Il nostro ruolo dovrebbe essere quello di facilitare queste interazioni, fungendo da mediatori, perché spesso le soluzioni migliori emergono direttamente dai collaboratori stessi.In sintesi, ci stiamo impegnando a costruire una cultura aziendale che si basi su una formazione costante, sul team building e sulla connessione tra le persone, creando un ambiente in cui tutti possano sentirsi parte di un progetto comune e in cui i valori aziendali siano sempre ben chiari e condivisi.
Raffaele è anche Vice Presidente di Gruppo VéGé, in che modo Supermercati Piccolo e VéGé collaborano per creare una sinergia efficace e sostenibile, soprattutto in termini di approvvigionamento, logistica e innovazione?
Essere parte di Gruppo VéGé offre a Supermercati Piccolo una rete di supporto e opportunità di miglioramento. In VéGé abbiamo trovato una sede estremamente concreta e attenta nella gestione dei contratti, con una forte tradizione di negoziazione. Ogni anno lavorano per migliorare le condizioni commerciali, non per arricchimento aziendale, ma per trasferire questi benefici direttamente ai negozi e ai consumatori. Questo approccio si è rivelato particolarmente efficace nel contrastare le difficoltà legate all’inflazione, un fenomeno che ha richiesto un impegno straordinario e che, grazie alle buone relazioni di VéGé con i fornitori e alle sinergie tra i soci, siamo riusciti ad affrontare con successo.” Personalmente, considero VéGé una fonte preziosa di formazione continua, grazie al confronto costante con fornitori, la sede e altri imprenditori, che offrono opportunità di crescita e ispirazione per affrontare le sfide future,”spiega Raffaele.
Michele, nel corso degli anni avete avuto numerosi riconoscimenti a livello nazionale per la qualità di alcuni vostri reparti e riconfermarsi non è mai semplice. Come pensate di riuscirci? Quali ambizioni obiettivi intendete raggiungere con la squadra?
La bella storia dei riconoscimenti che ho ricordato nella domanda precedente è in concreto solo la consapevolezza che sulla qualità e sulla convenienza dei nostri prodotti, degli ambienti (punti vendita) che costruiamo, dei servizi a cui teniamo non deve mai venire meno. Tutti i riconoscimenti che sono arrivati a livello nazionale e anche territoriale devono spronarci a fare sempre meglio, a non abbassare la guardia, a non cullarci sugli allori o, peggio, sui fatturati ottenuti finora. Il nostro meridione è un posto d’Italia riconosciuto come la “patria” del buon cibo. Tradizione, tracciabilità, cura dei particolari sono il nostro “mantra”. Non lesiniamo nulla in nome di queste cose. È quello che faremo anche nel futuro come fosse il primo giorno del nostro lavoro in azienda.
Che ruolo giocano le nuove generazioni di consumatori nel definire la strategia aziendale (Raffaele) e come ingaggiarle rendendole fedeli (Giusi)?
Le nuove generazioni di consumatori, come Millennial e Gen Z, sono più consapevoli su questioni sociali ed etiche, influenzando le loro scelte d’acquisto. Richiedono un approccio autentico e interattivo, con ascolto attivo e adattamento alle loro esigenze per costruire relazioni significative.
Coinvolgerli sui social media, offrire esperienze personalizzate e utilizzare tecnologie avanzate, come l’e-commerce e l’intelligenza artificiale, sono fondamentali per migliorare l’esperienza d’acquisto. Programmi di fedeltà che premiano l’interazione e sondaggi per coinvolgerli nello sviluppo dei prodotti possono incentivare la loro lealtà e creare un forte senso di appartenenza
Giusi, Raffaele, quali strategie intendete adottare per garantire continuità e consolidare i progetti di sviluppo avviati con Cavalieri Retail, focalizzati sull’esperienza d’acquisto nei punti vendita e sul coinvolgimento del vostro personale?
Giusi e Raffaele condividono un sogno comune: espandere la formazione a tutti i 1.500 dipendenti, creando un’azienda dove ogni collaboratore si senta protagonista e motivato. L’obiettivo è ridurre il turnover e costruire uno spirito di appartenenza forte. “Durante i quattro giorni trascorsi insieme, abbiamo avuto una certezza: i nostri collaboratori sono stati estremamente felici del percorso intrapreso. Questo è stato evidente non solo dall’entusiasmo dimostrato durante le attività, ma anche dalle numerose richieste che ci sono arrivate subito dopo, da parte di altri reparti e aree dell’azienda, per poter partecipare a percorsi formativi simili. Come accennava Giusi, un aspetto significativo è stato che molte persone si sono conosciute per la prima volta durante questi giorni di formazione. Non è scontato che tutti i dipendenti si conoscano tra loro, soprattutto in una realtà grande come la nostra. Questo momento di connessione ha generato valore immediato: i collaboratori non solo hanno potuto scambiare idee, ma abbiamo anche visto che il confronto e la condivisione hanno avuto un impatto diretto già nelle operazioni quotidiane. Questa esperienza ha dimostrato quanto sia importante creare occasioni strutturate per favorire l’incontro e la formazione, perché generano un’energia positiva che si riflette non solo sul clima aziendale, ma anche sulla qualità del lavoro nei reparti, conclude Raffaele.
L’intervista alla famiglia Piccolo offre uno spaccato su come la GDO italiana possa evolversi, puntando su innovazione, centralità del cliente e valorizzazione delle persone. Supermercati Piccolo rappresenta un modello da seguire per chi crede che il futuro del retail non sia solo nei numeri, ma soprattutto nel cuore delle persone.
