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Attrattività e soddisfazione alla base dell’Employer Branding

In un periodo di grandi cambiamenti come quello che stiamo vivendo, si sta facendo strada con sempre più forza il tema dell’. Si tratta di un vero e proprio “umbrella term” al quale non è possibile dare una definizione univoca e precisa. Nella sua accezione più generica, fare Employer Branding significa rendere la propria azienda attrattiva per i candidati in cerca di un nuovo ruolo professionale.

Se da un lato l’employer branding ha come obiettivo quello di attirare le migliori risorse sul mercato, dall’altro richiede di sviluppare una vera e propria strategia volta a migliorare la brand reputation, mettendo in risalto i valori aziendali e facendo leva sull’employee value proposition.

Abbiamo avuto il piacere di approfondire l’argomento con Beniamino Bedusa, presidente di Place to Work Italia e forte di un trascorso come top manager per importanti realtà aziendali come Pinko, Moleskine, ConTe.it, Doing, Groupon, Autostrade, Trussardi. Il punto di vista di Beniamino si è rivelato centrale nel fornire spunti preziosi a proposito dell’Employer Branding e la gestione delle .

Qual è oggi la strategia da adottare per conquistare talenti e renderli fedeli ad un’azienda?

Per attrarre nella propria realtà talenti e renderli parte integrante della filosofia aziendale bisogna naturalmente investire sulle risorse e sul ruolo che ne compete. Il modo migliore per farlo è partire dall’ascolto. In ogni settore, ascoltare significa porsi come interlocutori attivi di un dialogo che cooperi per creare un ambiente di lavoro sano e trasparente. Altrettanto importante è suscitare fin da subito un sentimento di fiducia in ciascuna delle persone coinvolte. Bisogna stimolarli, capire quali sono le loro esigenze e fare in modo che lavorino in un ambiente positivo e performante.

 

In base alla sua esperienza, cosa cercano oggi le persone dal lavoro? Quali sono le loro aspettative?

Gli ultimi due anni sono stati sfidanti e complessi e hanno messo in luce, nelle persone, il desiderio di trovare un equilibrio tra vita privata e lavoro. In altre parole, sempre più professionisti hanno intenzione di riorganizzare il proprio tempo, ridisegnando le priorità e distribuendo le ore di lavoro con criteri che in tempi pre-pandemici erano a stento concepibili. L’aspettativa che muove i candidati a scegliere un’azienda piuttosto che un’altra è sempre più legata alla possibilità o meno di poter lavorare da remoto o con la formula ibrida. La parola chiave per il futuro è “flessibilità”. Le imprese dovranno essere in grado di garantirla, perché tornare indietro non è più possibile.

Come sta influendo il lavoro ibrido nell’engagement dei lavoratori?

Il lavoro ibrido è sicuramente uno degli aspetti chiave per decifrare il rapporto tra azienda e lavoratore. La pandemia ha accelerato un fenomeno che era già in atto da diverso tempo. La formula ibrida risponde a quel desiderio di equilibrio tra vita privata e professionale a cui ho accennato prima. Poter lavorare da casa aiuta a distribuire meglio il proprio tempo, e sempre più persone sono disposte a rimettersi in discussione dando priorità al proprio benessere personale. Ecco perché, oggi, è diventato indispensabile rinnovare l’organizzazione aziendale da cima a fondo, ripensando al work-life balance e puntando sulla flessibilità dell’orario lavorativo.

Se dovesse dare almeno 3 consigli ai responsabili delle risorse umane per rendere attraente la propria realtà a nuovi candidati, quali indicherebbe?

In qualità di centro etico dell’azienda, i responsabili delle risorse umane hanno un ruolo strategico nel selezionare le persone più adatte alla propria specifica realtà imprenditoriale. Il primo consiglio è quello di garantire totale trasparenza sul processo di selezione, indicando chiaramente ai candidati ciò che troveranno una volta inseriti all’interno del team. Altrettanto importante è mostrare ai candidati che la realtà aziendale nella quale andranno a inserirsi beneficia di un clima di coesione e di affiatamento tra colleghi. Il rapporto tra manager e dipendenti deve essere sostenuto da fiducia reciproca. Come terzo consiglio, suggerirei di adattare la propria azienda ai tempi attuali, investendo in formazione e work-life balance.

Le chiedo ancora, quali sono, invece, i suggerimenti da fornire per essere efficaci anche con i propri dipendenti?

Colgo l’occasione fornita dalla domanda per ricollegarmi a ciò che ho detto a proposito dell’ascolto. Per creare un rapporto di fiducia con i propri dipendenti è necessario ascoltare le loro esigenze, comprendere i loro bisogni, stabilire con loro una relazione autentica e fondata su valori comuni. È inoltre molto importante investire nella formazione, permettendo a ciascuna delle risorse di crescere e di sviluppare nuove competenze e al tempo stesso assicurarsi che l’equilibrio tra vita e lavoro sia bilanciato per favorire il benessere personale.

Ringraziamo Beniamino Bedusa per aver fornito risposte che hanno saputo fare luce su una tematica attuale e stimolante come quella dell’Employer Branding. La strategia è destinata a ricoprire un ruolo sempre più importante all’interno dei processi aziendali.

 

Foto di fauxels from pexels.com

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TAG:
employer branding,risorse umane
Laureatosi in Lingue e Letterature Straniere alla Ca' Foscari di Venezia, ha messo a frutto la sua passione per la scrittura qualificandosi come copywriter e giornalista pubblicista. Trae costante ispirazione da tutto ciò che lo circonda.

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