Cinque le proposte elaborate dal ministero: sostenere la partecipazione dei Cpia alla costruzione delle reti territoriali per l’apprendimento permanente e favorire l’attivazione di percorsi destinati alla popolazione adulta in età lavorativa per acquisire competenze di base (matematiche, alfabetiche, linguistiche e digitali),
Secondo il rapporto Ocse “Strategia per le competenze”, gli adulti che hanno competenze di basso livello nel nostro paese sono, in gran parte, lavoratori più anziani e immigrati e sono concentrati nelle imprese più piccole, in settori meno progrediti e nelle regioni meno sviluppate. Il 39% di chi ha un’età compresa tra 25-65 anni possiede un livello basso di competenze, sia in lettura che in matematica, ma solo il 14% partecipa alla formazione per gli adulti, il terzultimo risultato registrato nell’indagine Ocse.
Tra gli obiettivi del tavolo c’è anche quello di sostenere percorsi per il conseguimento di qualifiche o diplomi professionali da spendere sul mercato del lavoro o per iscriversi all’università. Un’urgenza confermata anche dai dati Ocse, secondo i quali in Italia più di 13 milioni di adulti hanno competenze di basso livello.
Una strategia in 5 punti per garantire il livello delle competenze della popolazione adulta, anche attraverso la costruzione di reti territoriali per formazione e aggiornamento. È il piano lanciato oggi dalla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, in occasione dell’apertura dei lavori della prima Conferenza nazionale sull’apprendimento permanente, un tavolo al quale partecipano anche i sindacati, i rappresentanti dei Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (Cpia) e della rete universitaria per l’apprendimento permanente (Ruiap), insieme con terzo settore e comuni dell’Anci.
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