Interviste

Intervista a Gabriele Ferrieri

Gabriele Ferrieri è il Presidente dell’ANGI, Associazione Nazionale Giovani Imprenditori.

1 – I servizi digitali hanno cambiato per sempre la fisionomia del mondo della produzione e del consumo. Si parla di e-commerce, digital retail. Ed è un fatto che l’economy on demand abbia stravolto il commercio. Molti vedono in questa rivoluzione una minaccia. perché, invece, dobbiamo vederla come una grande opportunità?

Questa rivoluzione ha portato grandi cambiamenti nell’economia e nella vita quotidiana, influenzando anche le abitudini delle persone e in molti vedono questo cambiamento come un’opportunità ma anche come una minaccia. Il punto sta nella logica di sapere seguire questa trasformazione digitale a proprio vantaggio, avendo la lungimiranza e l’oculatezza di cavalcare questo paradigma che ha portato ad una crisi dei sistemi tradizionali per seguire le nuove innovazioni tecnologiche. Io personalmente spero che ognuno possa raccogliere questo cambiamento come una sfida al sapersi rinnovare e a rispondere ai grandi player internazionali che hanno saputo costruire le proprie fortune proprio sul mondo dei servizi digitali. La soluzione migliore credo la si possa trovare in un dialogo tra il pubblico e il privato, al fine di salvaguardare chi ha difficoltà a seguire questa rivoluzione e allo stesso tempo a favorire gli innovatori che intendono inseguire questa rivoluzione con rinnovato entusiasmo.

2 – Parliamo di delivery. Amazon ha anticipato da tempo il trend, affermando per bocca del suo fondatore Jeff Bezos che la supremazia delle imprese si sarebbe giocata sul versante della reale efficienza ed efficacia del servizio di distribuzione. Al di là, però, del Prime e di tanti altri strumenti volti a migliorare l’esperienza d’acquisto è un fatto che molto dipenda dalla fidelizzazione dell’utente, dalle strategie di persuasion e dalla capacità di avere un profilo degli utenti. Che ruolo avranno i Big Data?

Amazon rappresenta forse al meglio l’espressione proprio di come il mondo del digitale sia il futuro e di come si possa basare la crescita della propria impresa grazie all’avvento delle nuove tecnologie. La strategia da loro applicata fino ad oggi si è dimostrata vincente. I numeri dimostrano ampliamente questa mia affermazione e per il futuro sembrano destinanti a crescere sempre di più. Sul tema Big Data è importante fare una precisazione sulla definizione del termine. La traduzione grandi dati o grossi dati, infatti, fa pensare all’enorme quantità di dati oggi disponibili in diversi settori e che per rivoluzione Big Data si intendono le opportunità oggi disponibili di avere tante informazioni al servizio business. Questa conclusione è vera solo in minima parte perché esistono settori dove i dati non sono sempre disponibili a tutti e non vengono sempre condivisi. L’effettiva quantità di dati oggi generati è enorme, dai telefoni, alle carte di credito usate per gli acquisti, dalla televisione ai computer e così via. La vera rivoluzione parlando di Big Data è la capacità di usare tutti queste informazioni per elaborare, analizzare e trovare riscontri oggettivi su diverse tematiche con algoritmi capaci di trattare così tante variabili in poco tempo e con poche risorse computazionali. Il loro ruolo sarà di primaria importanza per il futuro specialmente con la crescita dei servizi digitali in tutto il mondo.

3 – Ti sei occupato per molto tempo di start up digitali. Con iCarry hai toccato il mondo del delivery e ora con un prestigioso incarico istituzionale, come presidente dell’ANGI, stai da tempo promuovendo la cultura dell’innovazione nel paese. Ti chiedo, perché start up milionarie (pochi giorni fa è stato il caso di Mosaicoon), in Italia non riescono a stare sul mercato. Siamo davvero così lontani dalla strategia dell’Unicorno?

Il mio impegno in iCarry fin dal giorno della sua nascita ad oggi è stato, e sempre sarà, dedicato alla crescita e allo sviluppo della mia impresa innovativa. Tuttavia non mi era sufficiente come unica sfida all’interno dello straordinario mondo dell’innovazione. Cosi con il mio ruolo di presidente dell’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, mi è permesso dare un contributo importante e concreto a favore dell’ecosistema italiano diffondendo il tema della cultura dell’innovazione in ognuna delle sue forme, a fianco dei diversi partner istituzionali nazionale ed europei che hanno sottoscritto il nostro manifesto e che si impegnano per sostenerci a favore dei giovani e del mondo innovazione. Sul caso Mosaicoon, mi è dispiaciuto molto per il loro epilogo, specialmente dopo l’impegno e la professionalità con cui avevano lavorato. Credo che la difficoltà maggiore per riuscire davvero a raggiungere le vette più alte per le nostre startup, sia di raggiungere il livello di attrazione di investimenti che hanno paesi con Francia o UK. Senza sottovalutare le competenze che i nostri giovani devono necessariamente possedere per poterla lanciare la loro idea d’impresa.

 

4 – Parliamo di mercato. Cosa pensi della convergenza tra mondo fisico e mondo digitale. Ormai non credo riguardi solo il retail. Questi due elementi combinati assieme sembrano essere la ricetta per il futuro. Ti chiedo, l’Omnichannel ci salverà?

Credo che il marketing omnichannel, con la sua peculiarità di orchestrare in un’unica regia le interazioni del cliente con il brand, automatizzando le interazioni attraverso tutti i canali di contatto disponibili, se dotato di una strategia ben pianificata, possano portare dei benefici importanti per le aziende, valorizzando la loro posizione sul mercato e rendendole più competitive rispetto alle altre concorrenti. Secondo alcuni dati che ho avuto modo di analizzare, si evince un’ottima propensione a questa tecnica innovativa: il 35% delle aziende dichiara di farne già uso, mentre il 27% esprime invece la volontà di integrarlo nella propria strategia.

Più del 70% pensa invece che sia un fattore strategico critico e cruciale, con l’aspettativa di aumentare i propri ricavi proprio grazie alla gestione integrata dei canali.

 

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