a cura di Davide Pellegrini
Il settore industriale non è l’unica possibilità nel mondo del design di prodotto. Partendo da una passione per la manualità e l’approccio artigianale d’alta gamma, #Vincenzo Nizza ha sviluppato un marchio #Skinclò Italian Handcrafted per la lavorazione di accessori in pelle per il mondo bike, nautico, per la moda e l’arredamento.
Come ti è venuta in mente l’idea di Skinclò Italian Handcrafted?
Ti potrei romanticamente dire davanti ad un camino in un giorno di freddo mentre toccavo con le mani il cuoio della poltrona su cui ero seduto. E non ti direi tutto sommato una bugia. Perché alla base del progetto Skinclò non manca la passione per i materiali naturali, per un approccio personale e sentimentale agli oggetti che disegno e produco in esemplari per lo più unici, e soprattutto per un modo di lavorare che rispetti le capacità creative e l’impegno mentale e manuale di chi come me ha scelto di lavorare esclusivamente a mano. Skinclò è in fondo un marchio che crede nel recupero una forma di lavoro “antica”. Ma che sa adattarsi al modo di comunicare contemporaneo. Rispetto della tradizione del lavoro manuale, la tradizione della lavorazione di materie prime uniche e naturali, la manualità dell’artigiano, la possibilità di esprimersi creativamente. Ma anche la conoscenza delle dinamiche “social” questo è Skinclò.
Tutto nasce dall’unione di questa visione del prodotto e della produzione con l’esperienza di comunicazione acquisita in oltre vent’anni di attività di consulente nell’ideazione di campagne pubblicitarie, eventi, progetti editoriali. Come copywriter e giornalista pubblicista, poi direttore creativo per piccole aziende, ho imparato a gestire forma e contenuto della comunicazione fino a decidere che quel know-how avrei potuto utilizzarlo per il progetto Skinclò. Insieme a quel sogno di indipendenza e di manualità che evidentemente avevo perso nella confusione del mio cassetto.
Parliamo dell’unione di una passione, il mondo dello sport, con la vocazione alla lavorazione artigianale di manufatti in pelle. Sellini, rivestimenti per manubri, borse, ma anche d’altro. Una lavorazione di pregio che, volutamente, segue le regole delle tiratura ed edizioni limitate. Mentre il mondo bike si organizza per rafforzarsi al livello industriale c’è chi punta sulla personalizzazione e sulla qualità dell’handmade. Ci spieghi il modello?
Credo che la logica dei grandi numeri faccia percorrere ai grandi imprenditori strade differenti rispetto a chi punta alla produzione di numeri piccoli o addirittura “dedicati”, ossia realizzati esclusivamente sui desideri specifici dei consumatori finali. Ciò accade praticamente in ogni settore merceologico. Puoi acquistare una bici standard, ma il mercato ti offre una straordinaria offerta di telai e bici “custom” o addirittura fatte solo per te, sulle misure del tuo corpo. Credo quindi che esistano perlomeno due figure di utente, l’utilizzatore ed il cultore. Io preferisco pensare e realizzate oggetti, prodotti, idee, rivestimenti per questo secondo cliente-tipo. Ritengo che entrambe le visioni d’impresa contribuiscano alla crescita di un mercato solido e strutturato per quel dato prodotto. Hai fatto riferimento al mondo della bicicletta in cui da un lato si punta sull’aumento della domanda globale complessiva con nobili fini di sostenibilità e salute personale e ambientale. Ricordo in proposito la mia esperienza quinquennale terminata di recente per un operatore statunitense del turismo in bici dal nome molto italiano, Ciclismo Classico. Da questa azienda e dalle sue guide ho imparato e consolidato la mia esperienza di ciclista, di guida e di piccolo imprenditore cercando di analizzare le passioni e gli interessi degli ospiti che accompagnavo in magnifici tour. Questa è stata anche l’occasione per confermare a me stesso che ci sono dei profili di utenza molto differenti quando si entra nella personalità.
Per avvicinarsi al prodotto bici questo profilo non si accontenta del mezzo ma ne ricerca l’eccellenza nei materiali, nelle performance, nei dettagli e talvolta anche nelle personalizzazioni. Anche perché spesso ne è un utilizzatore più frequente.
E non mi riferisco solo alla guerra tra aziende per il telaio più leggero e affidabile, frutto in parte della stessa domanda di esclusività e prestazioni da parte di un certo mercato. Ci sono infatti appassionati che scoprono la bici della passione navigando tra i ricordi di quando erano ragazzini e che sono disposti a spendere molto per modelli vintage. I miei prospect sono per lo più questi. Clienti prima, amici subito dopo, con cui si discute di restauro, di rifiniture personalizzate in cuoio, di accessori, di rivestimenti per pieghe manubrio, di borse da corriere, di progetti in generale.
L’handmade nel settore della pelle e nel nostro Paese in particolare penso abbia ancora molto da dire, fermo restando che i passi da gigante fatti dalle tecnologie e dai nuovi materiali sanno conquistare un pubblico molto più vasto ed hanno ovviamente una capacità di penetrazione del mercato che l’artigianato non arriva ad avere spesso nemmeno come settore. L’artigianato di eccellenza non può e non vuole considerare il concetto di scalabilità oltre certe soglie, perché lo stesso concetto esclude o limita molto l’intervento manuale umano. Intervento che fa la differenza. La personalizzazione ad hoc, lavorando sui concetti di esclusività ed unicità, avrà sempre un suo pubblico da soddisfare.
Parlando mi spiegavi che sei organizzato in modo molto particolare. Una fidelizzazione del target one to one che avviene attraverso i social network. Direi, quindi, che hai decisamente puntato sull’online e sull’e-commerce. Come avviene il processo di produzione, vendita e distribuzione?
Il marchio Skinclò Italian Handcrafted opera o meglio ha l’ambizione di riuscire ad operare in quattro differenti settori: nautica, bici, arredamento, moda. La nautica è sicuramente quello trainante. Ho sviluppato un concetto, prima ancora che un prodotto. Quello di dedicare un sito di e-commerce con il più vasto assortimento di pelli e colori per un oggetto molto caro ai velisti: il rivestimento in pelle delle ruote timone.
Poche le esperienze nel mondo, ho sfruttato questo canale di nicchia per iniziare a stabilire un rapporto di fiducia, qualità e servizio con armatori, aziende e cantieri che operano nella nautica. Ho sempre creduto di poter comunicare con questo target in modo semplice e senza troppi investimenti economici, cominciando dal rivolgermi direttamente agli appassionati online con il mio profilo personale. Da artigiano ho rimandato i miei contatti alla pagina Facebook , al profilo Instagram aziendale e ai siti skinclo.it e skincloshop.it per fare scoprire la mia produzione e la mia idea. Non ho mai raggiunto grandi numeri ma certamente conservo un rapporto uno-a-uno con tutte le persone che ho incontrato in gruppi di appassionati on line. La produzione segue gli ordinativi nel concetto di personalizzazione totale. La distribuzione ancora non strutturata come nei miei progetti, prevede nel caso della nautica alcuni espositori off-line, messi nel mondo reale dei pdv nautici, che consentono ai potenziali clienti di conoscere marchio e prodotto. Poi tutto il resto avviene online.
Differente è il discorso su per i settori bici d’epoca, moda, casa. Dalla trousse sottosella in cuoio di vacchetta Toscana, passando per la lampada da arredo e fino alla borsa per signora ho stabilito pochi e selezionati rapporti con negozi che si aprono a piccole realtà come la mia e che preferiscono proporre selezioni accurate di prodotto piuttosto che seguire i rumori e le tendenze moda dettate dai grandi nomi.
Il retail sta puntando ormai da tempo sull’omnichannel, cercando di integrare alle tradizionali strategie commerciali altre pratiche, vedi ad esempio il ricorso sempre maggiore all’experience design o alla customer experience. Mi viene in mente che non esiste nulla, in realtà di più autentico del modo artigianale di fare mercato. Quali altri eventi o attività utilizzi, ad esempio, per rafforzare le relazioni con potenziali clienti?
Dare una sua dignità e personalizzazione ad un prodotto che fino a ieri non lo aveva è stato il punto di partenza di un processo “imprenditoriale”. Direi lo spirito animatore.
Ho in programma l’organizzazione di appuntamenti dedicati al tema dei rivestimenti nautici, in accordo con negozi, marine, aziende di rigging, cantieri nautici, proprio per fare conoscere questa tecnica antica e totalmente manuale al panorama degli addetti ai lavori ma anche e soprattutto ai potenziali clienti finali. Chiamiamoli workshop.
Ognuno di noi sa riconoscere nel design i due tipi di sforzo che lo compongono: l’idea e la realizzazione. Le capacità di attrazione che hanno questi due fattori sono straordinarie. Bisogna individuare i canali migliori per farli emergere al meglio. I social media e una solida conferma ben articolata nell’offerta comunicativa online (siti web, presenza in portali specializzati, interviste su blog di moda, cultura e artigianato) se ben utilizzati danno ottimi frutti. Non ultimo il vantaggio di presenziare una categoria merceologica direi non proprio presa d’assalto.
Progetti futuri?
A lungo termine li chiamo sogni, a breve progetti. I sogni sono quelli legati ad una sempre crescente costruzione di personalità del marchio Skinclò, attraverso l’espansione delle sue capacità di individuare e soddisfare il pubblico di riferimento e di costruirsi un’immagine molto personale.
I progetti sono tantissimi. E crescono ogni mese. Sto lavorando alla preparazione di una pubblicazione dedicata ai rivestimenti nautici in pelle che sarà non soltanto on-line ma anche fisicamente nei porti, nelle marine, negli yacht club italiani.
Nel settore degli accessori moda sono stato scelto per realizzare il design di speciali cover dedicate a innovativi device che permettono il “fumo senza combustione”, prodotti da una delle principali multinazionali del tabacco. Un motivo di orgoglio in più per non smettere mai di pensare, progettare, realizzare e comunicare, anche per e con grandi aziende.
È molto recente la collaborazione con un’azienda italiana, la Tompoma di Verbania. Hanno inventato e brevettato una stampella rivoluzionaria nel design e nelle performance che offre un nuovo standard di sicurezza, supporto ed affidabilità nella deambulazione. Sono molto contento di fargli pubblicità perché lavorano ad un prodotto che cambia la vita di tutte quelle persone che possono avere qualche difficoltà in più nel quotidiano. Con la Tompoma è appunto allo studio una serie di personalizzazioni in pelle per i loro prodotti. Con chi parli ma anche che lingue parli.
Ho da sempre a cuore l’esigenza di comunicare in più lingue per fare conoscere le mie idee e le realizzazioni del marchio Skinclò ad un pubblico ancora più ampio. Uno sforzo che dovrò concretizzare presto attraverso il web. La sorpresa è stata avere già contatti con tutto il mondo, nonostante le barriere linguistiche. La comunicazione del prodotto e del suo spirito emergono evidentemente anche dalle immagini e dal “sapore” personale che in qualche modo si evince in ogni realizzazione documentata on-line.