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Come sta cambiando la mobilità

Per capire come sta cambiando la mobilità, proviamo a immaginare due scenari distinti:

1) Devo raggiungere un cliente che lavora fuori città, in una sede distante 140km dal mio ufficio.

Così mi preparo, prendo la macchina, faccio il pieno di diesel, entro in autostrada e dopo 140km entro in città. Il tempo di trovare e pagare il parcheggio e posso finalmente incontrare il mio cliente. Dopo aver concluso l’incontro, è ora di rimettermi in viaggio, sapendo che mi attendono altri 140km di guida in aggiunta alle particelle di CO2 da rilasciare nell’aria prima di tornare a casa mia. In totale, solo di viaggio ho speso 5 ore tra il trovare parcheggio e guidare nel traffico.

Adesso immaginiamo un altro scenario:

2) Devo raggiungere un cliente che lavora fuori città, ma questa volta decido di agire diversamente.

Così mi alzo, mi vesto, apro un app di scooter sharing elettrici e in 8 minuti sono alla stazione ferroviaria. Il tempo di un caffè e mi dirigo verso la banchina, dove troverò ad aspettarmi al binario di riferimento il treno da prendere per arrivare in città. Sul treno, comodamente seduto, posso portare avanti tutta una serie di attività, da quelle legate alla giornata in corso ai task per la settimana alle riunioni operative a molto altro.
Una volta arrivato, apro un app di car sharing elettriche e in 8 minuti raggiungo il cliente.

Al ritorno faccio la stessa cosa. In questo caso, la CO2 emessa e i tempi impiegati saranno molto ridotti rispetto al primo esempio. Uno scenario davvero dinamico e a suo modo rivoluzionario se rapportato al modo di concepire gli spostamenti negli anni passati.
Eppure, è proprio così che la mobilità sta cambiando, esattamente con questo genere di variazioni e possibilità di spostamento.

Mobilità eco-friendly: Un trend a crescita lenta

Ovviamente, non sempre si può utilizzare una formula di mobilità alternativa. Più spesso, infatti, siamo soliti usare la nostra auto per spostarci, tanto a lavoro quanto in altre sfere del quotidiano. La nostra propensione ad avere e utilizzare un autovettura, del resto, è forte e radicata. Lo dimostra un recente calcolo effettuato dall’ACI  che afferma come nel 2022 in Italia fosse presente un parco di 40.213.061 autovetture circolanti.

Di queste, le vetture “ecologiche” rappresentano un numero ancora piuttosto esiguo, il 13,9% del parco circolante. I veicoli alimentati a Gpl rappresentano il 7,2% del totale (per la precisione 2.900.799), mentre i modelli ibridi rappresentano il 3,9% (1.556.620), quelli a metano il 2,4% (971.583) e le auto elettriche appena lo 0,4% (158.131).

Nel complesso, le trazioni elettrificate rappresentano soltanto il 4,3%.

Fortunatamente, molti scenari stanno cambiando, e la crescita graduale di soluzioni alternative all’auto di proprietà è un fenomeno che sta diventando sempre più marcato nel nostro Paese.      Basti pensare al fenomeno del car sharing, che in molte città italiane è già una solida realtà. I veicoli in car sharing offrono molteplici benefici dal punto di vista della sostenibilità. Ad esempio, contribuiscono a rendere meno congestionato il traffico su strada, con una riduzione significativa dell’inquinamento atmosferico. Essendo utilizzate più a lungo rispetto alle auto di proprietà (che spesso rimangono parcheggiate a lungo, fino a 23 ore al giorno), liberano anche spazio. Inoltre, essendo modernizzate regolarmente, le flotte di car sharing sono a basse emissioni, quindi più ecologiche rispetto alle auto private immatricolate, la cui età media in Europa è di 12 anni.

Merita menzione anche la diffusione capillare di nuovi chilometri di piste ciclabili che incentivano una mobilità sostenibile. Ad esempio, i 12-15 km di Modena, Ferrara e Reggio Emilia hanno una media comparabile con centri urbani virtuosi come Helsinki e Gand (20 km/10mila abitanti), Amsterdam (14 km/10mila abitanti) e Copenaghen (8 km/10mila abitanti). Dati di questo tipo appartengono però a un campione ristretto di comuni. Infatti, in Italia, le 14 città metropolitane contano ancora una media di appena 1,5 km di ciclabili per diecimila abitanti. Bologna ne conta circa 4 km. Milano, Torino e Firenze hanno tra i 2 e i 2,5 km, mentre Roma ha appena un 1 km per diecimila abitanti.

Su cosa possiamo far leva per promuovere una mobilità più sostenibile

Oggi le persone sono molto più attente a compiere scelte che tutelino l’ambiente. Di conseguenza, stanno maturando abitudini di mobilità radicalmente diverse, come abbiamo visto. Il futuro si presenta pieno di opportunità e “traiettorie” di sviluppo, specialmente per ciò che riguarda il contesto urbano.

Di passi avanti ne stiamo compiendo molti, e i risultati sono molto incoraggianti. Credo che il modo migliore per incentivare il cambiamento sia far leva sul behavioural design o design comportamentale, concetto che incrocia in maniera virtuosa diverse discipline, dalla psicologia, all’informatica, all’economia, e si propone di modellare nuovi stili di vita, cercando soluzioni che siano capaci di impattare positivamente tanto sull’ambiente quanto sulla società.

Immagine di Markus Spiske da Pexels

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