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Valorizzazione e fiducia: gli asset per il 2023

Employees first: il valore di un brand parte dalla valorizzazione di chi lo compone. Quello che ogni marchio dovrebbe intraprendere è un viaggio di scoperta e di definizione della strada da percorrere insieme, con ogni personalità del proprio team. E, come in ogni viaggio che ho fin qui intrapreso, l’itinerario svolge un ruolo fondamentale: dopo un periodo storico particolare come quello appena vissuto, il 2023 dovrebbe aprirsi ad asset ricercati e finalizzati alla riscoperta della propria unicità e del proprio valore. Che costituiscano le tappe di un viaggio irripetibile.

Raccontare la propria visione

Avere una visione e saperla raccontare nel modo giusto a tutti. Il primo asset consiste nel definire la propria storia, le proprie specifiche aspirazioni, i propri obiettivi. Ma anche nel saper rendere condivisibili i propri valori e la propria unicità. Offrire una visione chiara significa rendere visibile la meta: se si vede il traguardo, si è più motivati a correre.

Valorizzare il contributo di ognuno

Una volta disegnata la visione, analizzare il processo con cui le persone possono contribuire a realizzarla. Il secondo asset richiede una partecipazione attiva di tutte le risorse del brand: la possibilità di mettere in condivisione la propria esperienza, le proprie idee, l’opportunità di essere da stimolo a terzi, sono in questa fase fondamentali per la costruzione di un rapporto di fiducia e di valore tra le diverse personalità del team. Questa valorizzazione della qualità di ognuno deve però avvenire con metodo: non si tratta della mera condivisione di una scatola delle idee, ma l’idea è quella di far compiere scouting alle persone, ricerca, permettere loro di esplorare. Quello di cui parlo è dunque un contributo strutturato, studiato e non improvvisato.

Costruire il credo del progetto

Fare sintesi delle action plan. Nel terzo asset si fa necessario scrivere quello che sarà il viaggio. È una fase fondamentale in chiave proiettiva: trasmettere l’idea di lavorare, insieme, per qualcosa, motiva infatti le persone a sentirsi ingaggiate e a dare il massimo per un progetto comune, che sentono anche proprio. Si tratta di costruire il credo di un progetto, alimentandolo costantemente.

Premiare la meritocrazia

Con il quarto asset incentivo un brand a premiare la meritocrazia all’interno del proprio team. Un concetto spesso ostico, quello della valorizzazione delle competenze resta il grande tema da non sottovalutare: un luogo di lavoro meritocratico sarà anche un luogo in grado di creare delle strutture che permettano di giudicare prestazioni e abilità dei lavoratori senza distinzioni. Si tratta di portare a fattore comune le prassi condivise, riconoscendo e promuovendo le competenze.

Ridisegnare l’approccio

Pensare in maniera diversa rispetto a quanto fatto fino a oggi. Con il quinto asset si fa propria l’idea di poter mettere a bordo una variabile alternativa. Di ridisegnare l’approccio e spingere le persone a uscire dalla propria zona di comfort, a fare, pensare e agire in modo diverso. Perché di fatto quello generato in questo lungo periodo appena vissuto – e non del tutto superato – è un po’ un effetto scatola chiusa. Un processo per il quale le persone tendono a riprodurre le stesse idee e a compiere le stesse azioni. Ma se la strada che fai per tornare a casa è sempre la stessa, vedi e osservi intorno a te sempre le medesime cose. Per questo è importante stimolare, anche attraverso processi metodologici specifici, a guardare in maniera diversa le cose che succedono. Alimentare e favorire l’innovazione, introdurre un approccio distruptive, mantenere la propria identità, ma essere disposti a cambiare le regole del gioco.

Creare l’effetto ridondanza

Dare forti segnali sul percorso. Con il sesto asset ribadisco l’importanza di compiere delle tappe strutturate di coinvolgimento di ogni persona del team. In altre parole, di quanto sia fondamentale costruire momenti e occasioni di incontro e condivisione che aiutino ad analizzare lo stato delle cose. È quello che a me piace chiamare effetto ridondanza: non dare la possibilità di dimenticare il percorso che, insieme, si sta facendo.

Costruire la fiducia

Trasversale a tutti gli asset e imprescindibile per valorizzare e costruire un rapporto di fiducia con le persone del proprio brand, l’ultimo suggerimento pone chi è a capo dell’azienda nella posizione di esplorare le idee profonde di ognuno e captarne attitudini e capacità. Per un viaggio tutto da scrivere e costruire, insieme.

 

Img: fauxels from Pexels

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Dopo percorsi professionali nel settore commerciale, nel 1988 fonda una società di ricerche marketing, formazione e consulenza che negli anni si è specializzata nel mondo retail, attualmente presente con il brand Cavalieri Retail. La società ha realizzato oltre 3.000 progetti nel settore della distribuzione operando in diversi segmenti del mercato e formato oltre 100.000 persone per i maggiori brand italiani e internazionali. E’ docente di master specialistici nelle principali Business School e Università italiane. Da 30 anni scrive sulle principali testate del mondo della distribuzione fisica e digitale ed è autore di “Un desiderio chiamato retail“.

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