a cura di Andrea Pugliese
Come i brand si trasformano in hub a responsabilità sociale.
Forse non è stata tra le leggi ad aver maggiore platea mediatica, ma la Legge di Stabilità 2016 che ha introdotto in Italia le Società Benefit comincia a produrre effetti virtuosi sul mercato e a definire i suoi primi champion.
Le Società Benefit sono società profit, Srl o Spa, che introducono nella loro missione statutaria anche obiettivi non economici e dunque ambientali, sociale o occupazionali. Ecco che in loro la responsabilità aziendale non diventa più discrezionale e casuale, legata al budget o alle scelte del momento, come con la CSR, ma è connaturata al business ed è elemento di cui rendere conto a azionisti, mercato, finanza e stakeholder.
Le Società Benefit sono definite dalla normativa solo in una trentina di stati USA e in Italia. Sono figlie della certificazione Benefit Corporation (BCorp) che coinvolge migliaia di aziende nel mondo e che fissa i requisiti sostanziali per essere Società Benefit.
Essere una BCorp significa creare più valore di quanto si distrugge. Fare impresa allarga la propria ragione dal solo profitto al migliorare il mondo. Per certificate vengono esaminate con un poderoso assessment di centinaia di domande varie aree: la Governance, i rapporti con i Dipendenti, con i Fornitori, con il Territorio e la Comunità, col Mercato.
Essere certificati BCorp (e, da poco, anche nascere o trasformarsi in Società Benefit) significa presentarsi al mondo come un’azienda orientata a:
a. Valorizzare aspetti non economici del business;
b. Entrare in un processo continuo di autovalutazione e di relazione col cliente;
c. Strutturare nel tempo la propria reputazione in valore misurabile verso clienti, fornitori, territorio e comunità;
d. Collaborare con altre B Corp per attivare reti virtuose di innovazione, fornitura e collaborazione;
e. Attrarre i talenti interessati a al cambiamento in un luogo di lavoro dove l’interesse aziendale è coniugato in ogni aspetto con quello dell’ambiente e della società;
f. Favorire il processo di internazionalizzazione, specie verso i paesi dove maggiore è la sensibilità del mercato ai valori etici, sociali e ambientali;
g. Certificare requisiti utili per accedere alla finanza, sempre più attenta a questi aspetti.
A livello mondiale le BCorp sono circa 2500. Per citarne alcune di assoluto rilievo: Patagonia, leader dell’abbigliamento sportivo di qualità; Kickstarter, maggiore piattaforma di crowdfunding; Danone, colosso alimentare; Singularity University, formazione.
In Italia sono oltre 100. Tra le altre: Olio Carli, tra le prime a certificarsi BCorp e ora Società Benefit; Alessi, portabandiera del design; ETT, leader smart government e allestimenti new media; Zordan, arredamenti d’alta gamma; Arkage, comunicazione digitale.
Operano in ogni settore, sono impegnate in #mercati B2B e B2C. Il loro numero è in costante crescita perché la nicchia di clienti interessata all’impatto di una Società sul mondo è sempre più ampia.
Molte società scoprono presto di avere già le caratteristiche per certificarsi. Per altre diventa un modo per riflettere su se stessi e ridefinirsi per un mercato – anche finanziario – sempre più attento alla dimensione etica e valoriale.