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La comunicazione intergenerazionale

Quando parliamo di comunicazione, delimitare i confini dell’argomento diventa molto complesso.

Com’è cambiata la comunicazione negli anni e quali sono stati i fattori che hanno influenzato questo cambiamento?

Questo cambiamento è dovuto principalmente alla rapida evoluzione dei mezzi di comunicazione elettronica. In pochi anni siamo passati da un periodo di scarsità, nella quale l’unico mezzo di comunicazione era la radio e i messaggi circolavano in numero ristretto, fino alla diffusione della televisione prima e di internet poi, con un numero esorbitante di messaggi scambiati e miliardi di persone che comunicano in maniera istantanea e senza barriere.

In questa evoluzione, si possono individuare tre fattori che sono da protagonista:

  • Lo sviluppo del sistema commerciale televisivo avvenuto nel decennio 80-90
  • La crescita esponenziale del digitale
  • Lo sviluppo di internet e delle tecnologie ICT (dal 1993 al 2009 si è passati da 10 milioni di persone connesse ad internet a circa 1,8 miliardi).

Con il passare degli anni, inoltre, c’è stato un mutamento del punto di vista lessicale, che continua ancora oggi. Con l’introduzione di nuovi termini, per lo più legati alla tecnologia, stiamo assistendo ad una vera metamorfosi comunicativa, caratterizzata da una variegata mescolanza con l’inglese, abbreviazioni di parole e frasi adattate per i messaggi di testo.

La comunicazione è più smart, veloce e figlia dei social media nati negli ultimi anni.

Ma come i brand di oggi possono effettivamente attuare una comunicazione semplice per attirare i loro diversi target? Uno degli aspetti più importanti da considerare è quello generazionale.

Al giorno d’oggi è impossibile utilizzare una sola via di comunicazione ma è importante adattarla alle diverse tipologie di generazione e a sua volta agire in maniera diversa.

Per la Generazione X (tutti coloro nati tra il 1965 e 1980), è importante creare un rapporto di fiducia basato sull’informazione, sulla garanzia di qualità e sulla reputazione. Le aziende possono raggiungerle grazie a mail, sms ma anche TV ed internet.

Per i Millennials (nati tra il 1981-1996) si apre uno scenario diverso. Con loro è importante creare un dialogo. Ma attenzione, il loro linguaggio è caratterizzato da GIF ed emoji e quindi da brevità e concisione. La strategia migliore per i brand è quello di utilizzare Storytelling e Unconventional Marketing per stupire con metodologia fuori dall’ordinario e in maniera inaspettata.

Con l’avvento della Generazione Z, i famosi nativi digitali, questa metamorfosi comunicativa è sempre più evidente.  La GenZ utilizza un linguaggio semplice (parole brevi), schietto, diretto e autentico che allo stesso tempo informi ma intrattenga. Il luogo migliore per intercettarli è i social e in particolare Instagram. Tra i più giovani, è consigliabile anche TikTok.

Grazie a questa ultima generazione il dizionario italiano si è arricchito, con alcuni termini curiosi che caratterizzano la nostra quotidianità, anche tra i meno giovani. Ed è proprio per questo che è importante la cosiddetta “smart communication”, ovvero la comunicazione nata grazie alle nuove generazioni con l’avvento dei social.

Le parole chiave della GenZ

Per poter comprendere la smart communication, ecco una guida con alcune delle parole chiave nate con la GenZ:

 Ghosting

Neologismo utilizzato quando una persona non risponde più ai messaggi di un’altra. Lo si può trovare anche sul lato aziendale: un’azienda che fa “ghosting” si crea una brutta reputazione. Per questo motivo è importante presidiare bene i canali social, monitorare i commenti e soprattutto i messaggi privati.

Micro-community

La parte più giovane della Generazione Z sta portando un nuovo cambiamento nel modo di comunicare, non pubblicando quasi più sul proprio feed di Instagram o TikTok. Una buona parte guarda e basta, fruisce passivamente dei contenuti. La condivisione, in maniera frequente, viene fatta in micro-gruppi con i propri amici stretti.

Blastare

Concetto che nasce dal mondo dei videogames e significa “zittire” il proprio interlocutore che ti attacca a parole o sui social. Si può notare nei commenti delle pagine dei brand più forti, in cui qualche follower fidelizzato risponde e confuta totalmente la critica rivolta da un utente all’azienda. Rafforzare la propria community sui social ha anche questo risvolto positivo.

Cringe

«Cringe» descrive un atteggiamento altrui che suscita una sensazione di imbarazzo e disagio. Spesso degli spot pubblicitari o dei video su social come Instagram, Youtube e TikTok vengono indicati come cringe. La causa spesso è un modo di scimmiottare la comunicazione dei giovani, snaturando totalmente la propria identità come persona o brand.

Droppare

Una parola molto usata che generalmente significa lanciare o rilasciare. Viene usato in vari contesti: da droppare una canzone, ovvero lanciarla facendo uscire il video, a droppare una foto ovvero pubblicarla, a droppare uno sconto in chat o in un commento, ovvero pubblicare un codice sconto per un prodotto affinché gli utenti possano usarlo.

Triggerare

Termine usato per descrivere il momento in cui scatta la reazione di rabbia di una persona o di un gruppo di utenti sul web. Succede spesso quando si toccano degli argomenti sensibili.

Ed è proprio durante la metamorfosi comunicativa che abbiamo l’effetto social, governato dalla necessità di brevità di linguaggio, anche attraverso immagini, con la creazione di nuovi termini per spiegare un concetto. La maggior parte dei contenuti social sono focalizzati sulla creatività di nuovi concetti e trend. Prendiamo l’esempio di Booktok, la micro-community (formata maggiormente dalla GenZ) nata dalla passione comune della lettura, diventata un hashtag da 28 Milioni di post. Gli utenti creano contenuti in cui parlano e condividono informazioni riguardanti i loro ultimi libri letti, dando consigli e le proprie recensioni in merito. Da questa community nascono nuovi modi di dire, nuovi generi letterari e nuove parole chiave nell’ambito della letteratura. Un esempio clamoroso è quello della categoria letteraria “Sad Hot Girls Book”, caratterizzata da trame in cui le protagoniste (sempre femminili) vivono quel sentimento di vuoto e ‘crisi mistica’ dovuto all’ingresso nel mondo del lavoro, la precarietà economica ed emotiva, la ricerca di un proprio posto nel mondo.

In conclusione, per adattarsi alla comunicazione di oggi, i brand devono considerare una serie di azioni strategiche che rispondano alle tendenze emergenti e alle aspettative dei consumatori. Ecco alcune azioni chiave che le aziende devono intraprendere:

  • Presenza online completa:
    • Assicurarsi che il brand sia rappresentato in modo completo online attraverso un sito web ben progettato e attività su diverse piattaforme di social media.
  • Comunicazione autentica e trasparente:
    • Comunicare in modo aperto, autentico e trasparente, evitando linguaggi troppo formali e utilizzando toni più umani e accessibili.
  • Coinvolgimento attivo sui social media:
    • Mantenere una presenza attiva sui social media, partecipare alle conversazioni, rispondere ai commenti e alle domande dei consumatori per creare un legame più stretto con il pubblico.
  • Risposta rapida alle esigenze del cliente:
    • Garantire una risposta tempestiva alle domande e alle preoccupazioni dei clienti, sia attraverso i social media che attraverso altri canali di comunicazione.

 Adottando queste azioni, i brand possono migliorare la loro capacità di connettersi in modo significativo e customizzato con le diverse generazioni di oggi e costruire relazioni durature. È importante essere flessibili e pronti a modificare le strategie di comunicazione in base all’evoluzione delle dinamiche di mercato e alle nuove tendenze.

 

 

 

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