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Il caso Brooks Brothers

a cura di Michela Turco
Nel mondo del retail il confronto con il digital diventa ogni anno sempre più inevitabile.

Attualmente l’82% dei retailer italiani ha già in corso progetti di trasformazione digitale (di questi il 22% è appena entrato in questo campo e il 9% ne sta pianificando a breve l’ingresso*), tuttavia molti di loro non riescono ancora a costruire e a gestire in modo ottimale una strategia di vendita omnichannel (vendita fisica più online) e a farne le spese è soprattutto il punto vendita, che si trova di fronte ad una temporanea crisi d’identità.

Su questo tema analizziamo la proposta di Brooks Brothers, storico brand americano fondato a New York nel 1818 specializzato nel prêt-à-porter maschile con oltre 600 negozi monomarca nel mondo, un fatturato di oltre 1,1 miliardi di dollari e tanti clienti prestigiosi (fra cui molti inquilini della Casa Bianca).

Il dato di base dal quale partire è la conferma che ormai nel mondo della moda e del lusso l’80% dei consumatori si informa online sui prodotti prima di recarsi nei negozi.

La soluzione proposta da Brooks Brothers si articola su 2 punti chiave: il primo è la conversione dei punti vendita allontanandosi sempre più da format di grandi dimensioni come il department store e convergendo verso format dalle dimensioni più contenute, simili a degli showroom da modellare attorno ai contenuti emozionali e ai valori che il brand vuole comunicare; il secondo  punto è la trasformazione del ruolo del sales assistant verso quello di un vero e proprio consulente ed esperto, capace di dare quel valore aggiunto al brand, raccontandone la storia, l’esperienza, la qualità delle materie prime e dei processi di lavorazione.

Brooks Brothers rassicura infine gli altri players del mondo del lusso e della moda, affermando con un sussulto d’orgoglio che un rapporto diretto e non mediato fra persone sia ancora un elemento determinante nell’orientare una decisione d’acquisto e quindi, chi come loro ha 200 anni di esperienza, non può non essere bravo nel farlo.

Una risposta concreta, pertanto, da parte di un retailer tradizionale che suggerisce un percorso di evoluzione e non di rivoluzione per il punto vendita partendo dalla convinzione che l’e-commerce che non potrà mai trasmettere le medesime sensazioni date dal negozio fisico.

 

*= ricerca di Microsoft – Retail Institute “digital difference in retail” 

 

 

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