Interviste

Le tecnologie immersive di Carlo Ratti Associati

a cura di Davide Pellegrini

Abbiamo rivolto alcune domande all’ormai noto studio di carlo ratti. L’idea è una testimonianza sul futuro che avanza. Ecco cosa ci hanno detto.

La tecnologia sta cambiando radicalmente il modo di produrre, distribuire e consumare prodotti. Molti studi di settore hanno dato spazio a un conflitto tra retail fisico e grandi ecosistemi digitali. Oggi, però, sembra che l’omnichannel stia evolvendo in strategie più forti e precise. Che ruolo può avere la tecnologia immersa?

Crediamo che nel prossimo futuro andremo in contro a una biforcazione nei nostri modi di fare la spesa. Da un lato una parte dei prodotti che acquistiamo, in particolare quelli generici e di uso routinario, ci arriveranno a casa in automatico: possiamo persino immaginare futuri servizi digitali come il “Kindle Unlimited” di Amazon – applicato non più solo ai libri, ma a carta igienica o detersivo lavapiatti! Mentre dall’altro lato avremo aree curate ed esperienziali per le cose che ci interessano di più: alimenti pregiati, ingredienti particolari, ortaggi freschi. Dove scoprire sapori e odori ogni volta nuovi. Un po’ come accade in una scena di un bel romanzo di Italo Calvino, nella quale il protagonista, il signor Palomar, entra in un negozio di formaggi a Parigi e all’improvviso, davanti a tanta ricchezza e varietà ed espressione di tradizioni e culture culinarie, si sente come se si trovasse in un museo. In quanto progettisti, l’aspetto dell’esperienza ci interessa molto, perché implica la creazione di nuovi spazi non soltanto di vendita ma anche di incontro sociale

Supermarket del futuro

Con la Realtà Aumentata e l’incontro tra esplorazione digitale di un luogo fisico e Big data si ottiene un rafforzamento dell’esperienza utente. Come sarà il supermercato del futuro?

Sarà un supermercato che userà i dati per garantire un’esperienza più immersiva, e al contempo per incoraggiarci ad adottare stili di consumo più sostenibili. Con il progetto del Future Food District, creato per Coop Italia all’Expo 205 di Milano, abbiamo usato la tecnologia per permettere a ogni prodotto alimentare di narrare la propria storia. E proprio qui entra in gioco il ruolo dei dati: dati che ci permettono di conoscere meglio la storia di quello che compriamo. La speranza è quella che, andando a confrontarsi con i meccanismi e le dinamiche delle varie filiere, i clienti diventino più consapevoli dei limiti delle risorse naturali, andando a privilegiare, quando possibile, prodotti freschi e locali. I dati quindi possono essere un importante motore di cambiamento del nostro comportamento, come dicevamo già prima. All’interno del Future Food District, tavoli interattivi permettono di visualizzare una specie di “etichetta aumentata” per ciascun prodotto – cioè una serie di indicazioni che includono l’origine delle materie prime, la tracciabilità, la presenza di allergeni, le istruzioni per lo smaltimento, o altro ancora. Il tutto funziona in modo molto semplice: basta che il consumatore avvicini la mano a un prodotto, per poterne conoscere la storia, che compare su alcuni schermi posizionati al di sopra dei banconi alimentari.



Voi siete un grande studio di architettura o, meglio. di soluzioni progettuali di vario tipo. Come si sta trasformando la user experience e perché oggi si parla davvero di disegnare nuove esperienze al limite dell’intrattenimento e del divertimento?

Con CRA, che ha sedi tra Torino, New York e Londra, ci definiamo uno studio di “design e innovazione”. I nostri progetti partono sempre dai bisogni e dall’esperienza dell’utente.

Ho letto un articolo che parlava di alcuni vostri progetti, come tavoli che cuociono e forni che parlano. Siamo nel mondo IOT. che percezione ne hanno gli utenti e in che tempi cambiare il nostro modo di utilizzare questo tipo di tecnologie?

Negli ultimi abbiamo assistito all’inizio di una grande rivoluzione tecnologica. Internet ha iniziato ad entrare nello spazio fisico nel quale viviamo e si sta trasformando Internet delle cose. Questo processo andrà gradualmente ad abbracciare qualsiasi aspetto della nostra quotidianità, dalla gestione dei rifiuti alla mobilità, alla distribuzione dell’acqua, alla pianificazione delle città – fin dentro alle nostre cucine. Ci piace pensare che questo processo avvenga in modo graduale: è la vittoria della “tecnologia calma”, così diffusa e onnipresente da riuscire a “recedere sullo sfondo delle nostre vite”, per usare la bella definizione di un grande informatico americano, Mark Weiser.

Driverless Drink Healing Robotic Bar

I vostri prossimi progetti.

Per il Salone del Mobile di Milano di aprile abbiamo lavorato con Eni, preparando una grande installazione che parla di economia circolare, e che esperimenta l’uso di un materiale costruttivo molto speciale: i funghi, o meglio il micelio, la radice fibrosa dei funghi. Si tratta di un prototipo con il quale immaginare un’architettura davvero “circolare”, perché nata dalla natura e destinata a ritornarci. Alla fine dell’installazione all’Orto Botanico, infatti, le strutture organiche che compongono il Padiglione verranno smantellate, tornando alla terra e dando inizio a un nuovo ciclo naturale.

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