Editoriale

L’EVOLUZIONE DEL RETAIL

«Ma oggi siamo giallo, arancione o arancione rinforzato? »

«Mah, guarda non lo so, comunque da lunedì siamo rossi, questo è sicuro»

«Ah, è vero. Quindi i negozi saranno di nuovo chiusi o aperti? Ormai non ci capisco più niente»

«Ah non l’ho capito nemmeno io! Sai che ti dico? Sto a casa e non faccio più niente, basta!»

Se vi è capitato, ultimamente, di ascoltare per caso qualche “chiacchiera da bar” avrete sicuramente udito conversazioni del genere. Da queste parole emerge sempre di più la stanchezza e la frustrazione della popolazione nei confronti di una situazione che sembra non giungere mai al termine. Più passa il tempo e più cresce l’attesa verso il ritorno alla stabilità e alla normalità. Una stabilità, però, che dopo un anno, sembra essere ancora molto lontana, lasciando le persone profondamente confuse, sconfortate e depresse.

Il risultato? Un immobilismo totale. Perché quando la negatività prende il sopravvento, ogni azione si svuota di significato. E allora non ha più importanza pensare al presente, analizzare la situazione e cercare di trovare soluzioni, perché tanto tutto sembra essere inutile. Ma questa, purtroppo, è la strada che conduce inevitabilmente al fallimento.

Cosa possiamo fare, invece, per cambiare rotta e ottenere risultati soddisfacenti anche nei periodi più difficili?

Cambiare il mindest e ridisegnare i ruoli e le delle persone.

Solo che, come recita un antico proverbio, “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”: sentiamo sempre più spesso parlare di “attuare il cambiamento”, “rinnovare”, “far rinascere il proprio busienss” trovandoci poi ogni volta sistematicamente al punto di partenza. Questo accade perché, i buoni propositi per il cambiamento, non vengono trasformati in azione e tutti gli slogan e le belle parole, restano semplicemente parole. Dobbiamo, al contrario, intraprendere azioni concrete per ottenere risultati tangibili.

Da dove partire per attuare il cambiamento?

Concorderete tutti che, il negozio è il luogo in cui avviene la relazione tra il cliente e il Brand, e se i nostri collaboratori sono confusi e in balia dell’incertezza, non potranno che trasmettere insicurezza e negatività ai clienti che entreranno nel nostro negozio. Quindi, bisogna partire prima di tutto, da un allineamento interno per poi trasmettere, in un secondo momento, questo cambiamento all’esterno, ai nostri clienti. 

Senza motivazione infatti non può avvenire il cambiamento. Ecco perché mai come in questo momento, investire in percorsi formativi per il proprio personale è la prima azione concreta da intraprendere per iniziare a smuovere le acque del cambiamento, inoltre, un personale poco ingaggiante si traduce in un calo delle vendite, con una conseguente perdita economica per l’azienda.

Vista l’importanza di ridisegnare ruoli e competenze del personale, con i miei collaboratori, abbiamo sviluppato un percorso formativo chiamato “RE 21” – l’evoluzione del retail nel 2021 – rivolto alle figure che operano nel settore del commercio.

quali sono le aree di intervento previste in “RE21”?

Le aree su cui intervenire e le tematiche da affrontare sono tante, ma possiamo riassumerle schematicamente nei punti che seguono:

  • Ridisegnare la mappa individuale: intraprendere una profonda conoscenza di se stessi per poter comprendere meglio i nostri clienti e per sviluppare automotivazione e un senso di responsabilità maggiore.
  • Business interaction: costruire rapporti di fiducia con il cliente e con il Team.
  • Digital Attitude: migliorare la capacità di governare gli strumenti digitali attraverso un uso più consapevole delle tecnologie così da migliorare il rapporto con il cliente e con i collaboratori.
  • Local Networking: rafforzare le relazioni in questo scenario post pandemico per creare partnership e collaborazioni locali durature nel tempo.
  • Team Engage: coinvolgere il proprio team e farlo sentire parte integrante del progetto, per influenzare in maniera significativa andamento e produttività.
  • Time power: cambiare la gestione del tempo, raggiungendo una buona armonia tra la velocità e la qualità dei processi.

Trasversalmente, occorre poi, sviluppare un nuovo mindset delle persone per costruire un nuovo tipo di leadership che sia riconosciuta, trasformazionale e condivisa.

Un caso di studio particolarmente interessante è quello che riguarda l’azienda di moda Pinko che, con grande lungimiranza, ha colto immediatamente il bisogno di ridisegnare ruoli e competenze dei propri dipendenti e, per questo, ci ha scelto per guidare il suo team in un percorso di crescita e cambiamento. Nei mesi scorsi abbiamo organizzato il “Pinko Lab” un percorso dedicato ad alcuni Store Manager selezionati dall’azienda che hanno contribuito alla creazione di un loro nuovo ruolo. Recentemente, visto il successo della precedente , abbiamo erogato lo stesso percorso al resto degli Store Manger della rete Italia, i quali a loro volta, andranno – con il supporto del Pinko lab-  a formare tutta la rete vendita Italia.

In questo momento, l’obiettivo di ciascuno di noi è riportare luce in questo periodo buio.

Per farlo, il lavoro è sicuramente tanto, ma stabilire un punto di partenza e affidarsi a consulenti esperti, aiuta a delineare con lucidità il percorso da seguire passo dopo passo, senza lasciarsi immobilizzare dalla paura del fallimento.

 

 

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competenze,formazione,modelli organizzativi
Dopo percorsi professionali nel settore commerciale, nel 1988 fonda una società di ricerche marketing, formazione e consulenza che negli anni si è specializzata nel mondo retail, attualmente presente con il brand Cavalieri Retail. La società ha realizzato oltre 3.000 progetti nel settore della distribuzione operando in diversi segmenti del mercato e formato oltre 100.000 persone per i maggiori brand italiani e internazionali. E’ docente di master specialistici nelle principali Business School e Università italiane. Da 30 anni scrive sulle principali testate del mondo della distribuzione fisica e digitale ed è autore di “Un desiderio chiamato retail“.

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